Migliori nodi di cravatta: qualche curiosità sui nodi più diffusi
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Il professionista della cravatta del Re
L’importanza di un buon nodo alla cravatta è tale che, nel 1661 il re Luigi XIV istituì addirittura la mansione di “cravattaio del re”, figura specializzata che doveva per l’appunto annodare la sua cravatta ogni giorno nel migliore dei modi, esaudendo i suoi desideri e rendendo il suo aspetto sempre impeccabile e adatto all’occasione.
Quanti nodi esistono?
Esistono davvero un’infinità di modi diversi per annodare una cravatta. Il matematico svedese Mikael Vejdemo Johansonn ha ideato un generatore di nodi online basato su teorie e modelli matematici. Secondo questo sistema esisterebbero ben 177.147 modi per annodare una cravatta.
Invece Yong Mao e Thomas Fink, due fisici di Cambridge, hanno stabilito con i loro calcoli matematici, che con una cravatta lunga circa 145-150 cm è possibile ottenere 85 nodi diversi; molti meno rispetto al matematico svedese, ma rappresentano comunque una vasta scelta di possibilità.
Nodo Four in Hand: perché si chiama così?
Il nodo più semplice e versatile è il nodo Four in Hand e rappresenta la base con cui iniziare a conoscere l’arte di annodare la cravatta. Vi sono molti esperti che sostengono che la sua ideazione nacque da alcuni cocchieri, che usavano proprio questo tipo di nodo per legare le redini di un tiro di quattro cavalli. Per questo motivo viene chiamato anche “tiro a quattro”.
Nodo Windsor o nodo Scappino?
Il nodo Windsor, a differenza di quanto si potrebbe pensare dal nome, non è stato inventato dal duca Edoardo VIII di Windsor, ma dal sarto dei Savoia Domenico Scappino intorno agli anni Trenta. Infatti, questo nodo è anche conosciuto con il nome di nodo Scappino.
Tuttavia, il duca di Windsor apprezzò particolarmente questo nodo, grande, simmetrico e di forma triangolare, tanto che decise di adottarlo per il suo stile, motivo per cui questo nodo è maggiormente conosciuto col suo nome.
Il nodo Onassis, per cravatte appariscenti
Il nodo prende il nome dal celebre armatore e magnate Aristotele Onassis, anche se non fu lui l’ingegnoso inventore di questo affascinante modo per indossare la cravatta.
A Onassis piaceva talmente tanto questa tipologia di nodo di cravatta che si iniziò a indicarlo con il suo nome, contribuendo alla sua diffusione a partire dagli anni Sessanta.
Onassis amava completare questo particolare nodo, che rende la cravatta simile ad una sciarpa, con un un’apposita pinzetta in oro per bloccare i lembi nella parte superiore. Da allora è uno dei nodi più consigliati per esibire le spille da cravatta.
Il nodo Principe Alberto
Il nodo Principe Alberto è anche chiamato Vittoria, in onore della regina consorte del Principe. Come per altri nodi, anche in questo caso il Principe Alberto non fu l’inventore di questo modo di annodare la cravatta, ma si sa per certo che lo amava molto e lo utilizzava spesso.
Fu pubblicato per la prima volta nel 1944, nella prima edizione dell'Ashley's book of Knots, la grande enciclopedia dei nodi.
La storia del nodo Pratt
Questo nodo particolare è anche chiamato Shelby, da Don Shelby, il giornalista televisivo che contribuì a diffonderlo negli anni Ottanta.
Il nome Pratt è dato dal membro della camera di commercio americana Jerry Pratt, che indossava tutti i giorni questo nodo. Nel 1986, mentre Jerry Pratt guardava la televisione, notò che Don Shelby indossava la cravatta con il “suo” nodo, portandolo peraltro nel modo sbagliato. Decise così di contattare il conduttore e di insegnargli a realizzarlo nel modo corretto.
Nel 1989, questo nodo fu pubblicato per la prima volta nel New York Times, sancendo così la sua grande popolarità e diffusione.
Qualche curiosità su alcuni dei nodi più famosi e conosciuti: una testimonianza di quanto la cravatta sia un accessorio di grande importanza storica e culturale e non solo un oggetto di moda e di stile.
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