fumagalli 1891
Creare Eccellenza, Intrecciare Eleganza
Da oltre 130 anni, Fumagalli 1891 è più di un semplice marchio—è un ponte tra generazioni, un filo continuo che intreccia arte, storia e individualità. Indossare una cravatta Fumagalli significa portare con sé un pezzo di tradizione italiana, incarnando una bellezza discreta e un'eleganza senza tempo.

1850–1891
Le Radici dell’Eleganza
Nel cuore di una Milano ottocentesca che si preparava alla modernità, nasceva il primo nucleo di quello che sarebbe diventato uno dei nomi più longevi dell'artigianato italiano: Germano Fumagalli, uomo riservato e determinato, fondò una piccola tessitura serica che faceva uso esclusivo di telai a mano. Era il 1850.
Nel 1890, l’atelier tessile si unì alla Fumagalli & Pianca, portando l’esperienza artigiana in un contesto imprenditoriale più strutturato. Queste unioni non erano solo economiche: erano innesti culturali, trasmissioni di saperi e sensibilità che resero possibile la nascita, un anno dopo, di Fumagalli 1891.
1891-1899
L’Arte del Tessere secondo Attilio Fumagalli
Il 1891 segna la nascita ufficiale dell’azienda con Attilio Fumagalli alla guida. Il laboratorio di Via Sirtori 22 divenne un piccolo crocevia di creatività milanese. La seta veniva trattata come tessuto nobile, quasi spirituale.
Attilio introdusse le prime vestaglie in seta e cravatte in garza serica, trasparenti e leggere come l’aria. Il suo desiderio non era semplicemente vendere accessori, ma elevare lo stile personale a un gesto artistico. Ogni cliente era un collaboratore, ogni ordine una composizione su misura


1899-1906
Un Filo Attraverso il Tempo
Alla fine dell’Ottocento, recarsi da Fumagalli era come entrare in un piccolo teatro della moda. I clienti, spesso avvocati, banchieri, medici, si accomodavano su sedie in noce lucidato per scegliere i motivi delle proprie cravatte sfogliando tomi rilegati a mano.
Le cravatte in garza, veri capolavori di leggerezza, venivano confezionate una ad una. Ogni dettaglio — dal taglio al rovescio, dalla cucitura del passante al nodo centrale — rifletteva una cura senza compromessi.
Nel 1906, per celebrare l’Expo Universale di Milano, Fumagalli realizzò una cravatta commemorativa dell’apertura del Passo del Sempione, con righe diagonali su fondo blu navy e simboli alpini stilizzati. Fu uno dei primi esempi di "cravatta-evento", destinata a diventare oggetto da collezione.
1906–1918
La Belle Époque e l’Espansione Creativa
La Belle Époque fu un’epoca di ottimismo, progresso tecnico, e raffinatezza estetica. Fumagalli interpretò perfettamente lo spirito del tempo, introducendo motivi Art Nouveau, ghirigori floreali, e disegni ispirati alle stampe giapponesi che erano arrivate in Europa con grande successo.
La cravatta non era più solo un accessorio funzionale: diventava uno specchio dell’animo. Fumagalli creava collezioni ispirate alle stagioni, ai paesaggi italiani, alla musica.
Durante questi anni, cominciarono ad arrivare i primi ordini dall’estero, in particolare da Parigi, Londra e Berlino. I campionari venivano spediti con cura, avvolti nella carta velina e profumati con oli essenziali.
Un celebre ordine del 1912 proveniva dal negozio Worth di Parigi, che chiese a Fumagalli di realizzare una linea di cravatte coordinate con i guanti da sera per il pubblico maschile dell’Opera.


1919-1929
Le Cravatte Razionaliste e l’Età dell’Ottimismo
Fumagalli rispose a questa evoluzione con la creazione delle prime “collezioni razionaliste”. I motivi erano costituiti da medaglioni astratti, fili spezzati, cerchi perfetti, spesso in colori primari: blu, rosso, ocra. I tessuti diventavano strumenti di espressione architettonica, in linea con il nuovo spirito delle città e delle avanguardie.
I clienti milanesi che frequentavano il Caffè Cova o la Triennale erano i primi estimatori. Anche a New York, alcuni esemplari vennero notati da buyer americani: nacquero così le prime collaborazioni transatlantiche
1930–1945
Stile tra Cinema e Motori
Gli anni ’30 segnarono una fase di trasformazione estetica. Le cravatte Fumagalli si fecero più decise, i colori più saturi, e i disegni più compatti. Lo stile maschile era sempre più ispirato all’immaginario del cinema americano, con attori come Clark Gable o Fred Astaire che definivano i nuovi standard di eleganza. Fumagalli, fedele alla sua identità, reinterpretava queste influenze mantenendo il proprio codice: qualità della seta, design esclusivo, taglio artigianale.
In questi anni, l’automobile diventò simbolo di libertà e modernità. Le cravatte riflettevano questo dinamismo: motivi a "striscia accelerata", curve che ricordavano circuiti, tonalità cromo-lucide. Nascevano anche accessori coordinati: pochette in seta stampata, foulard, papillon in jacquard.
Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la produzione rallentò ma non si fermò mai del tutto. Il laboratorio si adattò: venivano prodotti piccoli lotti per clienti storici e ambasciate. Le cravatte venivano spesso realizzate con seta recuperata, ma la maestria artigiana non fu mai sacrificata.
Nel 1945, alla fine del conflitto, Attilio Fumagalli scomparve. Ma il suo spirito, come scrisse un cliente in una lettera dell’epoca, “restava cucito in ogni bordo invisibile”. I suoi figli, Mario e Alberto, raccolsero il testimone.


1949
La fase creativa della collezione : Mario ed Alberto Fumagalli
Nel 1945, con la scomparsa di Attilio Fumagalli, figura chiave della tradizione sartoriale italiana, si aprì un nuovo capitolo per la storica azienda Fumagalli 1891. I suoi figli, Mario e Alberto Fumagalli, seppero raccogliere con dedizione e passione il testimone del padre, mantenendo viva la sua visione e allo stesso tempo imprimendo una svolta creativa che avrebbe segnato profondamente l’identità del marchio. Nel 1949, in un'Italia che cercava di risollevarsi dalle ferite della guerra, i due fratelli diedero vita a quella che può essere definita la "fase creativa" della maison. Con sensibilità artistica e spirito imprenditoriale, Mario e Alberto introdussero nuovi materiali, disegni audaci e tecniche di lavorazione innovative, portando la Fumagalli 1891 a distinguersi nel panorama della moda maschile per l’eleganza discreta e la cura maniacale dei dettagli.
Furono anni di grande fermento: le collezioni si arricchirono di cravatte, foulard, sciarpe e accessori che esprimevano uno stile raffinato, ma non ostentato, in linea con il gusto italiano dell’epoca. Mario, più incline alla parte creativa, curava personalmente le combinazioni cromatiche e i motivi decorativi, spesso ispirandosi all’arte e alla natura.
1946–1959
Rinascita, il Gold Twill e le 70 Valigie
Il dopoguerra fu un’epoca di ricostruzione e rinascita, e per Fumagalli segnò una delle stagioni più fertili. Nel 1947 venne lanciato il Gold Twill, una seta finissima ma resistente, capace di esaltare i colori più vivi e di mantenere intatta la struttura del nodo. Fu una piccola rivoluzione. Nessun altro tessuto permetteva una tale precisione nella stampa e una mano così morbida.
Fumagalli divenne sinonimo di innovazione silenziosa. I clienti chiedevano i nuovi disegni direttamente per corrispondenza. I negozi storici riservavano stanze intere ai campionari Fumagalli, spesso gestiti personalmente dal Signor Mario.
È proprio in questi anni che nasce la leggenda delle 70 valigie. Per visitare i migliori negozi d’Italia, Mario Fumagalli viaggiava con una grande berlina, seguita dal Furgone Fumagalli carico delle mitiche valigie rigide, ognuna contenente decine e decine di stoffe e cravatte suddivise per disegno, stagione e stile. Ogni visita era un evento: richiedeva a volte anche una settimana intera per selezionare il campionario, discutere gli abbinamenti, stabilire le dozzine da ordinare. Era un rituale d’arte e commercio che oggi purtroppo non esiste più.


1946
La rivista Club
Nel 1946, in un’Italia che usciva dal difficile periodo bellico, nacque la rivista Club, un punto di riferimento innovativo per il mondo della moda e del lifestyle. Fondata da un gruppo di soci appassionati di sartoria e design, Club si impose rapidamente come voce autorevole dedicata all’eleganza maschile e alla scelta consapevole dei tessuti. La rivista si caratterizzava per approfondimenti tecnici e reportage esclusivi sulle aziende tessili e di accessori più prestigiose, tra cui spiccava la storica Fumagalli 1891.
Club non era solo un magazine, ma un vero e proprio osservatorio dell’eccellenza artigianale italiana: raccontava le storie dei maestri tessitori, illustrava le innovazioni nelle lavorazioni e accompagnava i lettori nella scoperta di materiali pregiati come la seta, il cashmere e la lana merino. Tra le iniziative più attese vi era il “Premio dell’Anno al Negozio più Elegante”, un riconoscimento prestigioso, molto ambito da boutique e sartorie, che veniva assegnato con grande cerimonia e sottolineava il ruolo di Club come promotore di stile e qualità.
Grazie a questa formula, la rivista creò un vero legame tra produttori, commercianti e consumatori, elevando il livello della moda maschile e facendo di Fumagalli 1891 uno dei protagonisti più apprezzati del settore. In questo contesto, Club rappresentò non solo una guida per chi cercava stile, ma anche un volano di sviluppo per le imprese italiane di alta sartoria, contribuendo a consolidare la fama internazionale del Made in Italy.


Gli Anni '50
Aneddoti, Presidenti e il Rito della Dozzina
Gli anni Cinquanta consacrarono Fumagalli come punto di riferimento dell’eleganza maschile internazionale. Il marchio italiano cominciò a comparire in boutique di New York, Chicago e Boston. I motivi a medaglione, raffinati e perfettamente centrati, divennero un segno distintivo, tanto da attirare anche l’attenzione di alcuni Presidenti degli Stati Uniti.
La documentazione negli archivi Fumagalli fa riferimento a due ordini speciali, partiti tra il 1953 e il 1957, destinati a membri dello staff presidenziale e, si dice, al guardaroba personale del Presidente Eisenhower e in seguito di John F. Kennedy. Le cravatte inviate – in seta Gold Twill, fondo navy con piccoli medaglioni rosso rubino – erano state selezionate da un buyer italiano a Washington.
Nel frattempo, in Italia, l'acquisto “a dozzina” era la norma. I negozianti sceglievano i motivi in blocchi da 12 pezzi per disegno, e nessun cliente voleva lo stesso motivo visto su altri. Fumagalli garantiva la non ripetizione per città: un dettaglio che rafforzava il senso di esclusività.
1960–1969
Il Cobra e l’Era del Modernismo
Gli anni ’60 furono per Fumagalli un decennio di coraggio creativo. Il mondo cambiava velocemente: l’uomo moderno viaggiava, ascoltava i Beatles, comprava auto sportive, vestiva in modo più audace. La cravatta non era più un simbolo di rigore: diventava espressione di carattere.
Fu in questo contesto che nacque una delle campagne più iconiche della storia del marchio: “Il Cobra Fumagalli”, lanciata nel 1967. Le immagini ritraevano una cravatta arrotolata a spirale come un cobra pronto a colpire, con lo slogan:
“Non è una cravatta. È un’arma di fascino.”
Il successo fu immediato. Le vendite nei negozi di Roma e Milano triplicarono. I clienti più giovani iniziarono ad acquistare cravatte Fumagalli per distinguersi dal padre, non per assomigliargli. I motivi si fecero più grafici, con micro-geometrie, ellissi, linee ottiche, spesso stampate su fondi violacei, verdi bosco, arancio bruciato.
Nel frattempo, la produzione a Como cresceva. Fumagalli si affidava sempre a laboratori storici della zona serica, garantendo finiture a mano e bordi arrotolati anche per i modelli più moderni. L’eleganza rimaneva il fondamento, ma lo stile evolveva.


1970–1980
Eleganza Controcorrente e Tradizione Silenziosa
Gli anni ’70 portarono nuove sfide: minimalismo da un lato, eccessi dall’altro. In un decennio spaccato tra austerità e sperimentazione, Fumagalli scelse la terza via: restare fedele alla qualità, ma innovare nei dettagli.
In questi anni, il laboratorio introdusse le prime cravatte in lana e cashmere stampati, perfette per i mesi freddi. I motivi richiamavano il mondo anglosassone – tartan rivisitati, righe club, ma con un tocco milanese inconfondibile. La palette cromatica si fece più tenue: marrone cioccolato, blu avio, verde bosco.
Molti clienti descrivevano Fumagalli come un marchio "controtempo". Non seguiva le mode, ma nemmeno le ignorava. Le sue collezioni sembravano appartenere a un mondo parallelo, dove ogni dettaglio era pensato per durare nel tempo.

Nel 1975 venne prodotta una mini-collezione intitolata “Archivio Privato”, ispirata a disegni del primo Novecento. Fu il preludio di una sensibilità più profonda verso la storia del marchio, che nei decenni successivi si sarebbe trasformata in un vero e proprio Archivio Storico Fumagalli 1891.
1990–2000
Il Lusso Riscoperto, la Sartoria come Arte
Gli anni ’90 segnarono il ritorno a una concezione più intima e autentica del lusso. Dopo gli eccessi degli anni ’80, l’eleganza si fece più sobria, più colta. Fumagalli rispose a questo spirito con una rinnovata dedizione alla sartoria.
Molti clienti tornavano a scegliere le cravatte direttamente in atelier: selezionavano il tessuto, il taglio, il tipo di nodo preferito. Le richieste includevano anche personalizzazioni sul codice colore aziendale, sulle larghezze esatte per i propri colletti, e persino cravatte “parlanti”, con motivi nascosti, visibili solo da vicino o solo da chi sapeva dove guardare.
Nacquero anche collaborazioni con boutique d'élite, da Parigi a Tokyo, per capsule collection limitatissime, spesso numerate a mano. Una di queste – la linea “Musica e Seta” – proponeva motivi ispirati a partiture di Verdi e Puccini stampate su seta con inchiostri naturali.
Fumagalli si distingueva anche per la cura nei materiali complementari: fodere in raso lucido o flanella leggera, cuciture realizzate con filo di seta, passanti interni rinforzati a mano. Ogni pezzo era una piccola opera d’arte portatile, destinata a uomini che cercavano non l’apparenza, ma la verità del bello.


2000–2019
Fumagalli nel Mondo – Ambasciatori dell’Italianità
Con l’ingresso nel nuovo millennio, Fumagalli si conferma un ambasciatore della raffinatezza italiana. Il brand mantiene la presenza in boutique di riferimento nel mondo, pur mantenendo il cuore pulsante in Italia.
Durante le settimane della moda maschile di Firenze, Fumagalli divenne presenza fissa dalla nascita del Pitti immagine uomo: stand eleganti, atmosfera quasi sacrale, cravatte appese come opere in una galleria. Ogni pezzo raccontava una storia, ed era il cliente a completarla con il proprio stile.
Parallelamente, venne ristrutturato e riaperto al pubblico solo su appuntamento l’Archivio Storico Fumagalli 1891, a Como. Un luogo dove storia, artigianato e ispirazione si intrecciano, dove il tempo sembra rallentare.
Oggi
Archivio, Heritage e il Futuro dell’Artigianato
Nel presente, Fumagalli 1891 è molto più di un marchio: è un’istituzione culturale. Ogni cravatta è ancora tagliata, cucita, rifinita a mano. Ogni collezione è l’esito di una riflessione estetica profonda. E ogni cliente è trattato come un custode dell’eredità del marchio.

Parallelamente all’evoluzione della maison e alla crescente notorietà della rivista Club, venne avviata una importante operazione di tutela e valorizzazione del patrimonio storico dell’azienda: la ristrutturazione e la riapertura ad un pubblico selezionatissimo, esclusivamente su appuntamento, dell’Archivio Storico Fumagalli 1891 a Como. Questo spazio unico rappresenta un vero scrigno di memoria e di artigianalità, dove si custodiscono tessuti originali, bozzetti, fotografie e documenti che raccontano oltre un secolo di storia tessile e sartoriale italiana.

L’Archivio non è solo un deposito di materiali, ma un luogo vivo di ricerca e ispirazione, dove designer, studiosi e appassionati possono immergersi nel passato per trarne idee nuove e continuare la tradizione di eccellenza della maison. Ogni tessuto, ogni disegno è testimonianza di un lavoro artigianale meticoloso, di una cura per il dettaglio che ha sempre contraddistinto Fumagalli 1891.
Visitare l’Archivio significa entrare in una dimensione in cui il tempo rallenta, permettendo di apprezzare con calma la bellezza e la complessità di ogni singolo pezzo. È uno spazio che intreccia storia, arte e tecnica, un patrimonio prezioso che continua a ispirare la creatività contemporanea. Grazie a questa iniziativa, la tradizione di Fumagalli 1891 si rinnova e si rafforza, mantenendo vivo il legame tra passato e futuro.
Il futuro di Fumagalli 1891 è scritto nelle trame del tempo: continuerà a parlare a chi sa ascoltare i dettagli, a chi crede che la vera eleganza non sia mai rumorosa, ma pazientemente tessuta e cucita.
